Cara Olimpia,

Ho 26 anni e mi sento in un vortice di emozioni. Mi sento su una giostra che non si ferma mai, oggi sono su e domani sono giù. Senza dei motivi realmente concreti. Alla ricerca di un po’ di sana serenità ho deciso di prendermi qualche giorno per stare con me stessa, farmi compagnia e prendermi cura di me. Quindi eccomi qua a scriverti sono sulla riviera ligure e penso ai miei ultimi mesi di vita…io sono un’infermiera, in questi ultimi tempi la mia vita è stata completamente ribaltata, il mio lavoro mi piace tantissimo, ma a volte sono così stanca che faccio fatica a stare sveglia quando torno a casa dal turno. Io non so in che modo, ma anche se sono così stanca la mia mente sembra così produttiva, è un flusso continuo…in particolare non riesco a togliermi dalla testa il desiderio di trovare l’amore, sta diventando quasi un’ossessione, sai? Io in realtà sono single da tanti anni e mai ho avuto questo desiderio così impellente e impaziente di essere realizzato…come posso fermare per un po’ il mio cervello che fa tutte queste richieste così difficili da realizzare? Visto che lo stesso cervello mi spinge ad uscire con diversi ragazzi ed a eliminarli automaticamente dopo pochissime uscite?

Grazie già per la tua dolcissima risposta spero di essere stata abbastanza chiara.

Un abbraccio

F.

Cara F.

Ti proverò a rispondere prendendo in considerazione la tua lettera da due diversi punti di vista. Uno che sta dalla parte della legittimità di questo tuo forte desiderio, l’altro che lo ritiene comunque legittimo ma che forse ci si nasconde un po’ dietro.

Non saprei davvero dirti da che parte pende di più la bilancia, ma diciamo permettimi di andare un po’ a occhio. Mi ha incuriosito come tu abbia nominato il tuo lavoro come fonte di grande amore e allo stesso tempo fonte di grande stress. In effetti fare quello che fai necessita di una grande vocazione e anche con i turni di riposo che sono concessi a tutti gli infermieri, non credo avanzi tempo realmente utile per trovare riposo. Mi verrebbe da chiederti in che modo è stata scombussolata così tanto la tua vita, se hai cambiato luogo in cui lavori, se hai preso insomma qualche grande decisione e, sempre a occhio, verrebbe da pensare di sì. Quindi penso ti trovi ancora in una fase di assestamento da momento A a momento B dell’esistenza e in quei momenti, come nelle vacanze, come a Natale, come (quasi) ogni maledetta domenica, lì dove c’è spazio, c’è spazio per pensare. A quello che abbiamo combinato con quello che siamo, a quello che siamo diventati, a quello che abbiamo perso, a quello che ci manca.

Se sei senza amore da tanto tempo, bontadidio, ci sta che tu ne abbia desiderio! Non conosco una sola persona sana di mente che dopo un po’ che se ne sta senza, non si chieda come si starebbe con. Sarebbe bello pensare di poterne fare a meno, per certi aspetti, per altri sarebbe terribile, quindi non sentirti ossessiva se nel silenzio della sera, quando il dovere è stato fatto e tutti tornano a casa da qualcuno, ti viene voglia di entrare e trovare un abbraccio. O qualsiasi sia la tua fantasia romantica che ti censuri da sola dicendo che è un’ossessione. Un desiderio grande di certo ci può assediare al punto da sembrare un’ossessione, ma è solo un desiderio grande. Se mi avessi detto che ti stai ossessionando con la compravendita di yatch ti direi beh, forse ma forse non è un giro di pensiero così produttivo. Se però parliamo di amore, lo avrai capito sono una romantica, come posso dirti come fare a smettere? Piuttosto preparati un bel rituale per concederti questi pensieri: musica jazz soft, del vino, un par de candele e una scatolina di kleenex già che ti trovi. Come lo vorresti questo prossimo, che qualità dovrebbe avere, che difetti non gli perdoneresti, com’è andata con l’ultimo in modo da non ripetere gli stessi errori ma casomai perfezionarli?

E poi ti chiederei anche di chiederti, ma questi qui con cui esci, hanno qualcosa di vagamente simile all’idea che ti sei fatta della persona che vorresti conoscere e che ti conosca? Perché magari proprio perché presa dalla fretta stai andando un po’, come diciamo a Oxford, a cazzo nelle scelte e poi ti trovi che non ne vuoi più sapere niente. Nel senso, se sto morendo di fame rischio di fare una spesa balorda al supermercato, quindi non vedo perché non dovrebbe applicarsi lo stesso criterio alle più alte sfere.

Poi c’è l’altro punto di vista, che mi richiama una cosa letta tempo fa, anche se non mi ricordo bene da quale autore ma puoi fidarti che l’ho letta da qualcuno che consideravo saggio altrimenti non me lo sarei mai ricordato fino a qui, e che comunque diceva una cosa tipo “Se non stessi pensando adesso all’ossessione amorosa, a cosa dovresti pensare?”

Ecco, tolto il romanticismo e tutto ciò che gli sta intorno, rimane questo strano potere della cotta e ancora di più della super cotta, cioè quello di portarci via da dove siamo, in un posto migliore in cui gli impegni con noi stessi possono aspettare o essere sostituiti da un bel contratto a tempo indeterminato con il cuore di qualcuno. Se lo avessi sentito anni fa mi sarei sicuramente incazzata a morte, mi sarebbe sembrato un parere cinico e freddo, invece devo dire che con il senno del poi, quello delle rughe, quello degli errori, posso affermare che in effetti succede. Succede che l’amore ci porti via da noi, via dai sogni che avevamo e via dalle cose che non riusciamo a fare.

Tempo fa una ragazza mi disse preoccupata che la notte non sapeva come fare perché da quando aveva memoria si addormentava solo pensando a qualcuno per cui aveva qualche cottarella. Lì per lì mi è sembrato un sentimento come di bambini, ma in tutta verità io non mi sento così diversa. Se non penso a qualcuno, nel vuoto della mia stanza, nel vuoto della mia vita, mi tocca pensare a me. A qui fantasmi che mi bussano da tutte le parti, che mi dicono che devo fare di più, devo fare meglio, devo devo devo. Ignorarli? Non fino in fondo perché mi dicono delle cose che hanno senso, non sono solo severi, sono anche giusti. Ogni volta che mi sono innamorata ho buttato un pezzo di me per cercare di riappiccicare il pezzo di qualcun altro e poi mi sono ritrovata con tantissimi piccoli pezzi dappertutto, dentro e fuori. Cosa porta l’amore, ma cosa toglie. Cosa toglie sembra brutto da dire ma forse lo si deve dire. Toglie qualcosa, toglie certe angosce o forse le ricopre solo, forse le mette in freezer ma non le uccide.

Questi sono i miei due istintivi punti di osservazione sulla tua questione e per questo ti invito da una parte a concederti senza vergogna quei momenti al ritorno del lavoro, come se fossi una ricercatrice che sta studiando qualcosa, non come una scappata dalle telenovelas. Dall’altra parte ti invito a chiederti, con coraggio e con paura, se c’è qualcosa che vorresti o dovresti fare, di molto importante, da cui questo pensiero sognante ti protegge tenendoti lontana.

I 26 anni sono bellissimi, cominciano a essere giusti per crescere e non sono troppo pochi per non sentirsi cresciuti. Non fare mai a meno del desiderio d’amore, non fare mai a meno di guardarti dentro regolarmente per vedere come sta quella persona speciale che abita insieme a te tutto il tempo.

Un abbraccio,

Olimpia

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